giovedì 14 maggio 2009

PROGRAMMARE A 4 LIVELLI

A conclusione del corso si è arrivati a stendere una programmazione su 4 livelli: al centro si pone l'educazione al suono e alla musica che si articola poi in otto aree specifiche.
Di ogni area vengono poi declinati i principali processi attivati e le diverse attività proposte. Ovviamente si tratta di un primo spunto di lavoro ma riteniamo sia comunque interessante come punto di partenza per una riflessione più ampia e articolata.

mercoledì 18 febbraio 2009

DAL SOGNO AL SEGNO: DIDATTICHE E FANTASMI



In questo secondo incontro si sono passate in rassegna le diverse indicazioni e programmazioni di educazione al suono e alla musica che si sono succedute dagli anni settanta ad oggi.
La lettura dei testi ha sottolineato i punti di forza e gli elementi critici di ciascuna programmazione. E' stato esaminato anche il programma di educazione musicale delle scuole medie.
Quanto segue è necessariamente una sintesi di una discussione ampia ed approfondita:

Programmi "Falcucci" (1985)
Punti di forza: grande attenzione all'innovazione dei linguaggi e dei mezzi di comunicazione di massa, ben prima dell'avvento di internet e della musica digitale.
Primarietà della voce e del corpo come "strumento musicale naturale".
Necessità a far realizzare concrete esperienze d'incontro con la stessa e di fornire un primo livello di alfabetizzazione musicale.
Attenzione alla sperimentazione di timbri, ritmiche, uso creativo degli strumenti musicali (anche quelli elettronici!).

Programmi Moratti (2002)
finalità dell'educazione musicale:
individuazione dei talenti artistici e musicali precoci.
L’autenticazione e la coltivazione di tali dotazioni va condotta nell’orario facoltativo e, possibilmente, nel Laboratorio artistico o musicale più specializzato in proposito, disponibile sul territorio.
La musica viene vissuta come un "dono" esclusivo di pochi che devono essere aiutati a sviluppare ed affinare nei gradi di scuola successivi...nulla di più errato: il potenziale musicale è insito in tutti gli individui, anche i più svantaggiati. Questa visione ricalca una visione dell'arte superata da secoli di pensiero occidentale: tutti possono fare una significativa esperienza musicale e tale opportunità dev'essere offerta a tutti.

Proposta Fioroni
punti di forza: la musica come componente fondamentale dell'esperienza umana, stimolante di processi di cooperazione e socializzazione, di creatività ed interazione tra culture diverse.
Punti di debolezza: linguaggio estremamente scientifico e tecnico, spesso di difficile trasposizione in esperienze concrete sul piano didattico.

Infine vengono lette le indicazioni generali dei programmi della scuola media inferiore (1977) dove l'educazione musicale "contribuisce al pari delle altre discipline alla maturazione espressiva e comunicativa del preadolescente". Coerentemente con tale premessa i programmi non offrono una suddivisione specifica nei vari anni di corso suggerendo di soffermarsi via via su determinati elementi o esperienze espressive ed esecutive a seconda delle situazioni concrete promuovendo sempre "la partecipazione attiva del preadolescente".

mercoledì 4 febbraio 2009

INSEGNARE MUSICA NELLA SCUOLA PRIMARIA: CROCE O DELIZIA?


Nel primo incontro le insegnanti si sono espresse sul loro vissuto di formazione in campo musicale: chi ha frequentato lezioni private, chi corsi di formazione, chi solamente le lezioni previste dall'ordinamento del defunto istituto magistrale:


"Quando si studiava piano si passava la maggior parte del tempo a studiare il solfeggio, a fare esercizi, e si dedicava pochissimo tempo a fare la musica "vera". Nella scuola elementare, invece, si cantava spesso. Nella scuola media non ho avuto difficoltà e alle superiori, essendo l'unica a suonare ero spesso coinvolta. Dipende molto dal fatto se l'insegnante ama la musica o meno. Amo soprattutto cantare, meno le altre attività di tipo ritmico"

"La mia esperienza formativa è praticamente nulla, solo teorica e niente di pratico. Per molti anni ho cantato nel coro della chiesa ed ho cantato senza saper leggere la musica. Per me la musica è sia croce che delizia, vivo immersa nella musica, in questo senso è una delizia, ma la croce consiste nel doverla insegnare senza conoscerla".

"Il mio ricordo della musica è molto negativo: sono stata rimandata in musica con il 3 alle superiori perché non sapevo fare le terzine. Alla fine ho imparato tutta la parte teorica ma poi l'ho rimossa. Non ho nessun ricordo di attività che mi abbiano aiutato ad insegnare musica alle elementari. Amo cantare ed ho frequentato corsi musicali. Con gli esperti ho imparato alcune cose ed anche a fare delle proposte musicali concrete che si possono sperimentare".

"Dell'esperienza delle superiori ho solo un paio di ricordi: Santa Cecilia, la scala maggiore, le note sul rigo e sugli spazi. Insegnando nella scuola elementare mi mancava la possibilità di usare il linguaggIo musicale per le attività scolastiche. Frequentando individualmente un corso di pianoforte ho migliorato le mie competenze e amo creare piccole composizioni, musicare filastrocche ecc. Per me frequentare corsi di aggiornamento di musica è accumulare strumenti e dominare maggiormente il linguaggio musicale".

"Per me la musica è diventata una croce nel momento in cui mi sono trovata ad insegnarlo, la mia grande scoperta è stata l’aspetto ritmico della musica, mentre prima non ci facevo molto caso".

"La mia esperienza è quella di aver avuto come insegnante un filologo della musica che però non mi ha dato nulla dal punto di vista dell’amore per la musica, ho frequentato per alcuni anni una scuola di musica civica dove suonavo il flauto. Nella SCUOLA PRIMARIA ho sempre dovuto insegnare musica ma sento che mi manca qualcosa sul piano della lettura che mi frena nelle mie attività. Ho frequentato molti corsi di vario tipo: di vocalità e di strumento. Inoltre vorrei saper calare queste mie competenze in un quadro generale di educazione musicale".

domenica 11 gennaio 2009

Obiettivi



1. Definire un quadro generale dell’insegnamento della disciplina nell’istituto comprensivo relativamente a: competenze dei docenti, percorsi e metodologie applicate, obiettivi, modelli di riferimento e forme di valutazione della disciplina in oggetto.

2. Operare un confronto tra il suddetto quadro generale e la programmazione ministeriale, i suoi riferimenti, le eventuali contraddizioni, i concetti espressi dalla moderna pedagogia della materia.
3. Realizzare una programmazione verticale quinquennale che rispetti sia le linee pedagogiche espresse nella programmazione ministeriale sia le esigenze e le finalità che emergeranno nel corso della discussione e del confronto tra insegnanti ed eventuali esperti coinvolti nell’autoformazione.

Perché questo corso?



L’educazione al suono e alla musica nella scuola primaria è spesso vissuta con preoccupazione a causa della scarsa competenza disciplinare della maggior parte dei docenti. Tale difficoltà porta a limitare il numero delle proposte e delle attività o a delegarla ad esperti esterni. Si ritiene che sia giunto il momento di affrontare la questione partendo dalla rilettura della programmazione ministeriale alla luce della riflessione pedagogica e confrontandola con le difficoltà, le aspettative e l’esperienza degli insegnanti che con essa si confrontano nel loro lavoro scolastico.